Il segreto della quercia è il primo romanzo breve – ci auguriamo di una lunga serie – pubblicato da Cartabianca Publishing. L’autore, Michele Cogliati, era un nostro carissimo amico, purtroppo scomparso nel dicembre 2013. Michele aveva scelto l’Abruzzo come terra di elezione e il suo carattere si sposava a meraviglia con le aspre montagne, le verdi vallate e i vasti altipiani della regione. Il segreto della quercia in un certo senso contiene il suo spirito: amante della natura, affascinato dalle leggende, curioso della vita.
Il romanzo narra le vicende di Duddlee, autore di saggi ed esperto conoscitore di fiabe e leggende celtiche, che riceve un messaggio dalla Francia: un invito ad ascoltare “una storia antica e assolutamente unica”. Il suo incontro in Alta Normandia con l’eccentrico Hubert Verlain gli consentirà di conoscere le vicende dell’elfo Druegar e dell’amata Isabelle. Le vite di tutti i personaggi di questo romanzo breve sono come attratte a spirale verso una misteriosa quercia e l’intreccio delle diverse esistenze porterà ad una svolta sorprendente: l’inizio di un nuovo capitolo di una storia millenaria.
Realizzato nei formati ePub (nella varianti “tradizionale” e per l’iBookstore di Apple) e mobi (per Amazon Kindle), Il segreto della quercia è disponibile ad un prezzo di € 2,99.
La grafica, realizzata dallo studio Andrea Morando (www.andreamorando.com), può contare anche su un’evocativa immagine di copertina scattata da Eric Vega (vegablue.com).
I proventi del libro saranno interamente devoluti a Maria e Paolo Cogliati; un piccolo aiuto per chi ha perso un marito e un padre.
L’autore
Michele Cogliati, prematuramente scomparso nel 2013, era un cameraman ed editor video, fotografo e documentarista, guida naturalistica, ornitologo, vignettista e profondo conoscitore di miti e tradizioni.
Intervista con l’autore
Qui di seguito riportiamo alcuni toccanti estratti di un’intervista realizzata da Dimitri Ruggeri all’autore, prima della sua prematura e inattesa scomparsa.
È la tua prima pubblicazione. Perché è nata in te questa necessità?
Il Segreto della quercia viene da molto lontano. L’intreccio definitivo ha avuto una lunga gestazione. Sono stato molto sostenuto da mia moglie ma, soprattutto, questo racconto è per mio figlio, Paolo, che è un “divoratore” di libri. L’idea di potergli lasciare un ricordo di me per il futuro, un ricordo tangibile da sfogliare e rileggere quando sarà più maturo è una soddisfazione grandissima.
I luoghi di cui ci parli ovvero Francia e Regno Unito, con le caratteristiche ambientazioni, li hai visitati realmente?
Si, sono stato diverse volte in Inghilterra e in Francia fin da piccolo perché i miei genitori erano amanti dei viaggi: grazie a loro ho viaggiato per anni per mezza Europa. Mi sono basato molto sui ricordi e sulle sensazioni che desideravo trasmettere. Credo che i dettagli descrittivi contribuiscano a rendere viva una qualsiasi storia e quanto più sono credibili e percettibili tanto più aiutano sia chi scrive sia chi legge. Tuttavia ho cercato di non essere troppo minuzioso nella descrizione.
Dietro il protagonista Duddlee si cela lo stesso autore?
Penso che qualsiasi autore trasfonda qualcosa di sé, delle sue esperienze e dei suoi sogni nei propri scritti. Ma per il personaggio di Duddlee mi sono ispirato a persone realmente conosciute a Londra, inglesi dalla punta dei piedi alla cima dei capelli. Poi, certo, ho inserito il mio alter ego. Le mie ambizioni, i miei interessi, la mia cultura, la mia passione per uno stile di vita che ammiro.
Quanto è importante per te la natura?
Ecco, a questa domanda rispondo volentieri con una frase del mio monsieur Verlain: “L’uomo è talmente pieno di scienza da non fermarsi più a contemplare le meraviglie del creato”. Ci dimentichiamo troppo spesso di essere parte di questo pianeta, di essere suoi figli. Personalmente ho dedicato gran parte della mia vita alla natura, come documentarista e fotografo e poi come ricercatore per progetti internazionali sul lupo e l’orso. La ricerca di un contatto con la natura mi ha accompagnato da sempre, fino a portarmi a vivere in una casetta nel bosco sulle montagne abruzzesi. E ho capito che la natura mi sorprende sempre, in tutte le sue sfumature.
L’uomo ha davvero la necessità di un mondo immaginario e sovrannaturale rispetto a quello reale?
L’uomo ha bisogno di sognare, di fuggire da una realtà che lo imprigiona, lo obbliga a comportamenti innaturali, lontani anni luce dal suo percorso evolutivo. È sempre stato così. Anche perché l’uomo è un animale – l’unico animale creativo. Ha la capacità di immaginare, inventare, sognare ad occhi aperti, farsi trasportare dalle emozioni. Siamo sì frutto dell’evoluzione della vita, ma dal momento in cui ci siamo distaccati dal contesto desideriamo distrarci da un modello esistenziale che pure abbiamo coscientemente scelto e abbracciato. E non potendo esercitare questa distrazione in forma fisica, ci rifugiamo nell’immaginazione e nel sovrannaturale.
Uno dei temi che tratti è quello dell’immortalità. Si riesce davvero a descrivere?
Nessuno può davvero desiderare di vivere in eterno. È una maledizione, un inferno. La vera vita non è quella incantata e soave degli elfi ma quella breve e passionale degli uomini. Un’esistenza breve ma intensa contro una quasi immortalità priva di sfide.
In questo romanzo amore, immaginazione e sogno possono essere la stessa cosa?
Ecco, penso che Il segreto della quercia sia fondamentalmente una storia d’amore, l’amore visto con occhi e prospettive diverse, inusuali. Ma l’amore è anche sogno e immaginazione, tenerezza, desiderio, passione. Prima di tutto però – a mio avviso – l’amore è quell’intesa perfetta che sboccia improvvisamente fra due creature: la consapevolezza reciproca di essere parte dell’altra, senza la quale non vi può essere vita piena, compiuta.
Se avessi l’opportunità di vivere tra gli elfi, sotto quale forma ti manifesteresti a noi umani?
Non credo sia una buona idea, gli uomini sono come bambini: distruggono ciò che non conoscono. Penso che la realtà fisica e quella spirituale siano separate e debbano rimanere separate per ottimi motivi, anche se imperscrutabili. D’altra parte quello più famoso che ci ha provato lo hanno crocifisso…
È possibile consultare il testo integrale dell’intervista sul sito PopAct